Non sono bravo a fare tante cose, ma alcune in particolare mi riescono molto bene: parlo con le macchine, parlo con le persone, ricordo le cose e so abbracciare. Non voglio fare il falso modesto: tutte queste cose mi riescono molto bene, ma una non la pratico da diversi mesi e potrei anche aver perso la mano.
Io non ricordo neanche da quanto tempo non abbracci per bene qualcuno. Davvero non lo so. Magari vi starete chiedendo come possa fare a dire di saper abbracciare le persone per bene, o cosa cambi tra un abbraccio per bene e un abbraccio e basta. Non sono sicuro di essere in grado di spiegarlo, ma ci posso provare. Prima di tutto sono certo di saper abbracciare per bene perché ho una predisposizione naturale per farlo. C'è chi è nato bello, chi è nato agile e io, invece, sono nato con il fisico perfetto per abbracciare per bene. Ho braccia ampie e accoglienti, non abbastanza muscoli da stritolare, abbastanza massa da essere soffice. In aggiunta alla componente innata, che però posso solo dire di avere la fortuna di possedere, poi ci ho messo anche del mio. Forse è dipeso dal fatto che nel corso degli anni io abbia accumulato un certo numero di amicizie, forse dipende dal fatto che mi sia trovato a consolare un sacco di persone. Forse dipende dal fatto che in una mia vita precedente magari ero un orso. Chissà. Fatto sta che ho anche la giusta tecnica per abbracciare per bene: conosco i tempi, so stare in silenzio. Dev'essere per questo che le persone mi cercano quando sono agitate, perché riesco sempre a calmarle, perché riesco a trasmettere tranquillità e fiducia anche quando sono il primo a non averle.
Ci so fare con gli abbracci, ho una buona pratica. O forse dovrei dire avevo una buona pratica. Non abbraccio nessuno per bene da Febbraio 2020.
Sono talmente bravo ad abbracciare che, in tutte quelle situazioni di smarrimento, tristezza e disperazione o in quelle di incontenibile gioia ed euforia, in cui la mia abilità con le parole mi abbandona, quella di abbracciare no. Sebbene ci siano state entrambe, negli ultimi due anni sono state più le occasioni tristi che quelle felici e sono stato costretto a tentare invano di consolare persone care da lontano, mentre il mio sguardo si faceva strada tra le lacrime per raggiungere i loro occhi, senza poter far altro con le braccia, se non raccogliere al petto lo spazio vuoto intorno a me, sperando che un po' di quella forza si trasmettesse attraverso la distanza "di sicurezza" che ci separava.
Non si può fare molto in queste situazioni, anzi spesso si può solo "esserci", che a ben guardare è praticamente niente. Non è indispensabile, ma un abbraccio in questi casi in cui almeno "ci siamo" è quasi terapeutico anche se, per ora, al di fuori delle nostre possibilità.
Non ho abbracciato mia nonna quando sconsolata guardava fuori della finestra e sospirava "che solitudine", quando con la scusa di portarle la spesa, andavo a controllare come stesse affrontando il lockdown. Non ho abbracciato mia madre quando abbiamo dovuto abbattere il nostro cane, dopo mesi di sofferenze. Non ho abbracciato mio padre quando è tornato dall'ospedale dopo un mese di battaglia contro il COVID. Non ho abbracciato i miei molti amici che si sono sposati in questo ultimo anno. Non ho abbracciato il mio amico che ha perso il papà... Mi sembra di essere inutile, senza questa parte di me.
È da molto tempo, non saprei davvero dire quanto, che non abbraccio per bene, ma è ancora più tempo che non mi perdo dentro un abbraccio. Non so se vi è familiare la sensazione di completo abbandono tra le braccia di qualcuno, tra respiri profondi, gli occhi chiusi e senza neanche parlare. Quella sensazione, quasi come di galleggiare, cullati dalle onde quando si sta al mare, lasciando che l'acqua salata sollevi per un breve tempo i problemi dalle nostre spalle, rendendoci senza peso, liberi di fluttuare senza preoccupazioni, convincendoci per un attimo che alla fine tutto andrà bene, senza neanche sapere precisamente come farà ad andare tutto bene, o come faremo noi a non andare a male... Per un momento non importa, nella magia di un abbraccio per bene, il futuro si allontana verso l'orizzonte, mentre il presente si dilata in tutte le direzioni. Pochi secondi che arrivano a durare decine di minuti, mentre i rumori intorno si affievoliscono, e i pensieri scivolano via, lasciando riposare la testa in un tranquillo silenzio.
Quella sensazione ecco, io non mi ricordo di provarla da un sacco di tempo e non so nemmeno da quanto tempo è che non mi capita più di perdermi in un abbraccio. Ecco perché mi andava di scrivere queste righe: non riesco proprio a prevedere quando mi succederà di nuovo di godere di questo lusso. Volevo provare a descrivere cosa si prova, prima che anche il ricordo di come ci si sente mi abbandoni.